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IL FUTURO DELLE DONNE

Un'inchiesta interessante che approfondisce il ruolo delle donne nei settori STEM

Il numero settimanale D – la Repubblica di sabato 28 novembre è stato dedicato ad uno dei temi più importanti per Progetto SI Scuola Impresa Famiglia: “il futuro delle donne”.

In particolare, è stato approfondito il tema della presenza femminile nelle discipline STEM, con un ampio servizio riguardante il Politecnico di Milano, raccontato dalle voci delle sue docenti, ricercatrici e studentesse.

L’articolo, scritto da Manuela Gatti, riguarda il POP (Pari Opportunità Politecniche), il programma con cui il Politecnico di Milano sta promuovendo la parità di genere, e raccoglie testimonianze e importanti spunti di riflessione direttamente da chi lavora o studia in ambito STEM.

L’inchiesta, ci riporta anche dei dati statistici importanti: le studentesse che studiano Ingegneria al Politecnico di Milano sono solo il 24% nei corsi di laurea triennali, alle magistrali diventano il 27% e tra i dottorandi – fase finale della formazione universitaria – superano il 28%. Sono (molte) meno dei colleghi maschi, ma in percentuale aumentano. Varcando la soglia del mondo del lavoro, man mano che si avanza verso le posizioni apicali, la quota di donne in corsa si assottiglia. È l’effetto leaky pipeline (letteralmente, “conduttura che perde”), che porta le donne a decidere di non entrare nel mondo del lavoro, di uscirne presto o comunque di fermarsi ai gradini più bassi della carriera. Sempre al Politecnico si passa dal 38% di ricercatrici a tempo determinato – il primo gradino del percorso accademico – al 20% di professoresse ordinarie.

Sono, questi, alcuni dei dati che fotografano la presenza di donne nell’universo Stem, acronimo che indica le discipline scientifico-tecnologiche: Scienza, Tecnologia, Ingegneria

e Matematica. Percorsi di studi che, nonostante garantiscano tassi di occupazione molto alti, ancora oggi sono prevalentemente appannaggio degli uomini.

Quali sono quindi, le cause e delle possibili soluzioni per aumentare ed incentivare la presenza femminile nelle facoltà tecnico-scientifiche?

I motivi sono da ricercare nei pregiudizi – più o meno consci – che ancora sopravvivono nelle famiglie, nelle scuole e in generale nella società, che troppo spesso fa ancora distinzione tra lavori“da femmina” e “da maschio”.

«L’ostacolo iniziale lo si incontra ancor prima di entrare in questo mondo: nel momento in cui si deve decidere che percorso intraprendere, è fondamentale che le ragazze non si precludano alcuna possibilità», sintetizza Bianca Maria Colosimo, professoressa ordinaria del Dipartimento di Meccanica del Politecnico, di cui è anche vicedirettrice. «Bisogna innanzitutto farle entrare in contatto con queste discipline: spesso fino al liceo la tecnologia non viene nemmeno trattata e l’Ingegneria non si sa che cosa sia prima di iniziare a studiarla».

Non si tratta di «inseguire percentuali», chiarisce Colosimo, ma di far conoscere queste materie per mettere tutti nelle medesime condizioni di partenza.

«A volte non c’è la volontà di discriminare, ma questo avviene ugualmente perché spesso chi prende le decisioni è un uomo e, in quanto tale, cerca e favorisce ciò che gli è più simile». Alcune sue studentesse le hanno raccontato episodi sgradevoli: genitori che chiedono alle figlie di scegliere corsi di laurea più “femminili”, prof di liceo che sconsigliano facoltà scientifiche alle proprie alunne perché tanto «non ce la farai mai». Lei stessa da giovane si è sentita «un animale strano», in quelle aule e in quei laboratori in cui spesso era l’unica donna, in Italia e anche negli Stati Uniti. «Ma questa diversità non mi ha mai turbato – precisa – l’ho sempre presa come un dato di fatto».

Per Mariapia Pedeferri, direttrice del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica dell’ateneo milanese, bisogna proseguire su questa strada facendo «tanta comunicazione su quello che facciamo, per mostrare che il nostro mondo non è solo maschile e che ognuno vi può trovare il proprio spazio».

E proprio per mandare un messaggio in questo senso, Progetto SI nell’abito del concorso SI Fabbrica aveva premiato con la partecipazione al Tech Camp Polimi una studentessa. https://progettosi.eu/strumenti-utili-agli-studenti-per-orientare-le-scelte-per-il-futuro/

Su questa falsa riga, vogliamo segnalarvi l’iniziativa di D for Women in STEM: la partecipazione gratuita al Tech Camp per 20 ragazze.

Per maggiori informazioni e per capire le modalità di partecipazione, clicca su questo link https://d.repubblica.it/life/2020/11/30/news/scarica_gratuitamente_il_numero_di_d_politecnico_stem_borse_di_studio-4841143/