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Il Prof. Giuliano Vivanet ci racconta la formazione online dedicata ai docenti dei progetti finanziati del bando Digita.R.SI

Giuliano Vivanet, Professore Associato dell’Università di Cagliari, esperto di Didattica, pedagogia speciale e ricerca educativa. I principali interessi di ricerca sono relativi all’evidence-based education, alla progettazione e valutazione didattica e sperimentale, all’uso delle tecnologie educative.  È autore del Quaderno dell’Osservatorio “Tecnologie digitali e didattica laboratoriale nell’educazione STEM evidenze scientifiche e raccomandazioni pratiche”, in allegato al bando DIGITA.R.SI. Inoltre, si sta occupando dei corsi di formazione dedicati agli insegnati degli Istituti finanziati dalla Linea 1 del Bando Digita.R.SI.

Come sono state organizzate le attività formative pensate per gli insegnati degli istituti che hanno ricevuto il finanziamento del bando DIGITA.R.SI? Ha costruito le lezioni in modo generalizzato o si è focalizzato su un target specifico? Che difficoltà ha riscontrato nell’uso della modalità a distanza per i corsi?

La progettazione delle lezioni è stata ibrida, partendo dal tema “efficacia delle tecnologie sugli apprendimenti”. Infatti, il contesto con cui mi sono ritrovato ad interfacciarmi era particolare, e non dovevo focalizzarmi solo sui contenuti, ma soprattutto sul registro del linguaggio e sull’atteggiamento nei riguardi dei docenti.

L’atteggiamento è proprio il punto centrale della costruzione del rapporto con i nostri insegnanti: durante il corso, infatti, si incontrano il mondo dell’università e della ricerca, e quello della quotidianità della scuola.

Il professore universitario parla di scuola senza però avere un’esperienza tangibile di questa dimensione, ma porta agli insegnati quello che forse non hanno nella loro quotidianità, cioè il contatto con la comunità di ricerca e la letteratura scientifica. In questo contesto, diventa fondamentale il confronto e l’interazione tra le parti, cercando di trovare le chiavi giuste per avviare confronto e partecipazione e non solo dagli insegnanti verso il docente universitario, ma anche di scambio tra i diversi istituti. Il rischio è che si possa verificare incomprensione da entrambi i lati.

Questa è la parte più sfidante e anche la più critica: online parli a delle persone che non conosci, magari hanno la telecamera spenta e manca il riscontro immediato che si ha in presenza.

Il livello degli istituti tecnici che hanno partecipato è davvero altissimo. Spesso questo può portare ad una conversazione unilaterale e ad una difficoltà di avviare attività collaborative. In alcuni casi abbiamo avuto successo nello stimolare l’interazione e la partecipazione, in altri casi meno. Con alcuni insegnanti abbiamo avviato un colloquio per approfondire i temi trattati durante le lezioni.

Potremo sicuramente capire attraverso il questionario di gradimento che presto invieremo agli insegnanti che ha l’obiettivo di farci raccontare la loro esperienza in forma anonima.

L’importante per me è aver lasciato loro spunti di riflessione che siano utili in classe ma anche per eventuali progetti futuri a cui parteciperanno. Adesso hanno tutti i materiali e gli strumenti per scrivere in modo più ragionato delle proposte di progetto ed essere accolti positivamente da eventuali valutatori. In questo caso la parte più critica sarà il salto dalla teoria alla pratica: può capitare che, sebbene ci sia un buon interesse rispetto a ciò che viene loro proposto, non è sempre automatica la messa in pratica.

In 10 ore di lezione, l’obiettivo non può essere rivoluzionare metodi didattici consolidati in anni e anni di esperienza sul campo. Ci auguriamo di aver trasmesso loro alcuni spunti di riflessione utili nella didattica di tutti i giorni, nel progetto, e nelle loro attività future.

Presto avvieremo anche il secondo ciclo di incontri individuali che è focalizzato sui progetti finanziati. Sarà molto delicata ed impegnativa, ma sicuramente molto interessante. Vi aggiornerò al termine degli incontri.